dindi05

Membro Attivo
Proprietario Casa
Buonasera a tutti,
faccio una domanda che e' stata già parzialmente oggetto di discussione qualche mese fa.
In effetti, ho stipulato un contratto di locazione con opzione cedolare secca, prevedendo pero' un canone di locazione per l primo anno di 550 euro mensili e dal secondo anno in poi di 600 euro. Ho rinunciato, come previsto, agli aumenti Istat, ma L'agenzia delle entrate non ha voluto registrare il contratto, in quanto- secondo loro - se si opta per la cedolare secca, non possono essere previsti aumenti.
Dalla discussione, cui facevo riferimento in precedenza, emerse che le previsioni di indicizzazione non potevano essere applicate (come l'aumento Istat), ma una scalettatura del fitto poteva essere prevista.
Qualcuno ha qualche riferimento normativo in proposito che posso esibire all'Agenzia delle entrate?
Vi ringrazio per il consueto prezioso aiuto.
 

Elisabetta48

Membro Senior
Proprietario Casa
Personalmente credo che l'Agenzia delle Entrate abbia ragione: il canone non si può ritoccare. Viene ribadito anche nella CIRCOLARE N.20/E del 4 giugno 2012 (risposte a quesiti)
"Come già specificato, in base al comma 11 dell’art. 3 del decreto legislativo n.
23 del 2011, il locatore deve comunicare preventivamente al conduttore tramite
lettera raccomandata la scelta del regime alternativo e la conseguente rinuncia
per il corrispondente periodo di durata dell'opzione ad esercitare la facoltà di
chiedere l'aggiornamento del canone a qualsiasi titolo".

A me sembra piuttosto chiaro. Forse l'unica possibilità poteva essere quella di motivare la variazione di canone, tipo fissare il canone subito a 600 euro, ma precisando che le parti concordavano per il primo anno per una riduzione a 550 euro perchè... per esempio c'era ancora da completare l'arredo, una stanza serviva nel primo anno alla bisnonna... insomma un po' di fantasia
 

Gagarin

Membro Assiduo
Professionista
Personalmente credo che l'Agenzia delle Entrate abbia ragione: il canone non si può ritoccare. Viene ribadito anche nella CIRCOLARE N.20/E del 4 giugno 2012 (risposte a quesiti)
"Come già specificato, in base al comma 11 dell’art. 3 del decreto legislativo n.
23 del 2011, il locatore deve comunicare preventivamente al conduttore tramite
lettera raccomandata la scelta del regime alternativo e la conseguente rinuncia
per il corrispondente periodo di durata dell'opzione ad esercitare la facoltà di
chiedere l'aggiornamento del canone a qualsiasi titolo".

A me sembra piuttosto chiaro. Forse l'unica possibilità poteva essere quella di motivare la variazione di canone, tipo fissare il canone subito a 600 euro, ma precisando che le parti concordavano per il primo anno per una riduzione a 550 euro perchè... per esempio c'era ancora da completare l'arredo, una stanza serviva nel primo anno alla bisnonna... insomma un po' di fantasia
Sì, è così: bisogna mettere il canone intero e precisare successivamente che per 1, 2 o 3 (non oltre) anni verrà corrisposto un canone ridotto (precisandone l'entità); poi è possibile stabilire un canone diverso in caso di rinnovo dal quinto anno in poi.
 

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