Sulla carta no, in pratica è un po' più complicato, visto che bisognerebbe fisicamente sparare gli impianti e renderli in tutto e per tutto autonomi (con relative modifiche/messe a norma).Mica ci si mette poi molto a duplicare i contratti/contatori.
A parte questo, bisognerebbe verificare anche la reale situazione catastale perchè potrebbero continuare ad esistere "parti comuni" (androni, tetto, locale autoclave, ecc.) che, di fatto, non permetterebbero di determinare l'"autonoma funzionalità" delle due unità.
Di fatto il decreto attuativo del MISE (che presto dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale), all'art. 1, comma 3, lett. i), riporta che "Una unità immobiliare può ritenersi ''funzionalmente indipendente" qualora sia dotata di installazioni o manufatti di qualunque genere, quali impianti per l'acqua, per il gas, per l'energia elettrica, per il riscaldamento dì proprietà esclusiva (ad uso/ autonomo esclusivo)".
Ed è proprio sui termini "installazioni o manufatti" che c'è un'altra bella disputa fra i tecnici.
Infatti per "manufatti" s'intendono tecnicamente anche le componenti edili, quali ad esempio i muri (sempre che non siano semplici divisori/confini tra unità).
Per cui tetti, o interi locali ad uso comune, non determinerebbero l'autonoma funzionalità delle unità componenti l'edificio.
Non è una mia opinione, ma è un altro buco normativo/interpretativo che andrebbe risolto per poter eseguire gli interventi in totale sicurezza di poter ottenere il superbonus.
Per cui, al momento, per certi immobili si corre il rischio di azzardare modifiche preventive che potrebbero comunque non servire a nulla.