L'Ufficio Territoriale di Torino 1 dell'Agenzia delle Entrate, a cui risulta un abbonamento, intestato alla moglie, e per cui non riceverà il pagamento del relativo canone. Se la moglie non convivesse con il marito (se non facessero parte della stessa famiglia anagrafica), sarebbe soggetta, oltre al marito, al pagamento del canone (e in tal caso, non potrebbe farlo con l'addebito sulla fattura dell'energia elettrica, dato che non è intestataria di tale contratto).
Ma ciò accadrebbe perché avrebbe un'utenza elettrica nella casa di sua residenza.
In tal caso pagherebbe con la fattura dell'impresa elettrica. Sarebbe invece soggetta al pagamento con i "vecchi" metodi (e dunque l'Agenzia delle Entrate potrebbe richiederglielo), se il contratto per l'energia elettrica della sua abitazione fosse intestato ad altri. Potrebbe, per esempio, essere locataria o comodataria di quell'unità immobiliare e il contratto dell'energia elettrica essere intestato al proprietario.
Ma conviene avere un'utenza in un'abitazione ove non si risiede, visto che si paga una bolletta più alta?
Dipende. Comunque, la moglie potrebbe risiedere in un'abitazione dove il contratto dell'energia elettrica è per uso domestico residente (pur non essendo intestato a lei).
E allora vi risiede col marito (il contratto è intestato a lui, visto che non è intestato a lei).
Stavamo discutendo il caso dei due coniugi che non fanno parte di un'unica famiglia anagrafica!
Nessun busillis, ci pensa il fornitore di energia elettrica ad addebitare sul conto elettrico dell'intestatario. L'altro coniuge non paga perché non è intestatario di bolletta elettrica.
In diebus illis (fino a Dicembre 2015) si pagava con il bollettino postale, in die busillis invece si paga con la bolletta elettrica.
