RAI: da servizio pubblico a proprietà privata dei partiti, massima espressione del potere della CASTA politica che non si combatte ma si accorda e si spartisce tutto.
I nominati dal governo, direttore generale e presidente, come primo atto si sono assegnati lo stipendio, con sobrietà: 650.000 euro l'anno per direttore, 430.000 euro per presidente, per non parlare dei compensi "agli ospiti".
Uno "sberlone in faccia agli italiani" che fanno fatica a pagare il canone ed Equitalia bussa alla porta con tempestività.
I sacrifici si chiedono ai poveracci, mentre i privilegiati aumentano i loro scandalosi emolumenti.
Come mai un magistrato che rischia la pelle debba guadagnare cinquemila euro al mese, e un burocrate che non capisce nulla di comunicazione televisiva, in una azienda in deficit, debba percepire una cifra così spropositata.
La RAI: essere nella disponibilità dei suoi azionisti, che sono i cittadini che pagano il canone, deve avere la personalità giuridica di "pubblica compagnia", non deve avere pubblicità, il suo direttore generale eletto ogni 4 anni dai cittadini, canone pagato alla mano.
Canone "non obbligatorio", i cittadini che si riconoscono in un pubblico servizio valido, che faccia i loro interessi, correranno a pagare il canone perché una vera democrazia deve dare in mano ai cittadini la possibilià di confrontarsi.
Oggi tutto il sistema mediatico appoggia la Casta partitica, le dà visibilità, e girano solo menzogne, disinformazione, omissioni, depistaggi, insabbiamenti, occultamento della verità ecc...ecc...