Dato che
@basty ha chiesto un mio parere, cercherò di darlo nel modo più sintetico possibile, perchè sviscerare bene l'argomento sotto tutti gli aspetti che sono stati richiamati nei vari interventi richiederebbe pagine e pagine.
Partiamo dall'APE che, a quanto ho capito, indica la presenza di un impianto di riscaldamento attivo.
Le cose sono due:
- o è stato redatto prima della dismissione dell'impianto (e avrebbe dovuto essere aggiornato al momento della dismissione dell'impianto termico, visto che si tratta di una modifica sostanziale della situazione energetica dell'edificio)
- o il "professionista" (se così lo vogliamo chiamare) lo ha redatto senza effettuare sopralluoghi e facendo il copia/incolla da qualche altro APE di un alloggio simile.
Il che (nessuno me ne voglia, ma è un'osservazione che si basa sulla mia esperienza) capita non di rado con gli APE fatti fare dalle agenzie immobiliari in caso di vendita
L'APE resta comunque un documento depositato al catasto energetico regionale, per cui è ufficialmente valido per dimostrare (almeno in teoria) la presenza di un impianto.
Ovvio che se venissero effettuati controlli oggettivi, non sarebbe difficile dimostrare che quell'APE è sbagliato, con tutte le conseguenze del caso per il professionista che lo ha rilasciato e per il proprietario dell'immobile, che risponderebbe in solido.
Non mi pare, infatti, uno di quegli errori non rilevabili anche dal proprietario, dato che verificare la semplice presenza di un impianto di riscaldamento non richiede competenze tecniche.
Si potrebbe dunque presumere la connivenza del proprietario, soprattutto se di mezzo ci sono suoi interessi economici.
Alla luce di ciò, io non consiglierei assolutamente di dichiarare l'immobile "riscaldato" ed escluderei quindi l'Ecobonus quale incentivo corretto per la sostituzione di infissi/scuri in questo caso specifico.
Riguardo il Bonus Ristrutturazioni, per interventi su singole unità, l'incentivo per il suddetto intervento lo si può tipicamente richiedere sull base del TUIR, art. 16, comma 1:
- lett. b), nel caso il lavoro ricada fra quelli "di cui alle lettere b), c) e d) dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, effettuati sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali, e sulle loro pertinenze"
- lett. h), nel caso l'intervento ricada fra quelli: “relativi alla realizzazione di opere finalizzate al conseguimento di risparmi energetici con particolare riguardo all'installazione di impianti basati sull'impiego delle fonti rinnovabili di energia. Le predette opere possono essere realizzate anche in assenza di opere edilizie propriamente dette, acquisendo idonea documentazione attestante il conseguimento di risparmi energetici in applicazione della normativa vigente in materia”.
Per lo stesso motivo per cui non consiglierei di chiedere l'Ecobonus, non suggerirei neppure di usare la lett. h).
Riguardo la lett. b), bisognerebbe dimostrare senza ombra di dubbio che nel caso specifico l'opera può essere inquadrata dalla manutenzione straordinaria in su.
E, in tal caso, non proporrei la soluzione facile che spesso vedo dare qui e, ahimè, anche da molti commercialisti: "
Basta che fai l'autocertificazione, tanto nella guida del'Agenzia delle Entrate c'è scritto che il cambio dei serramenti è una manutenzione straordinaria".
Peccato che la stragrande maggioranza dei Comuni non la pensi così...
Basta infatti leggere gli abaco degli interventi edilizi pubblicati online almeno dai Comuni più grandi per vedere che, anche quando ci sono modifiche della tipologia o dei materiali, i Comuni considerano l'intervento manutenzione ordinaria e, dunque, eseguibile in edilizia libera.
E, siccome è il Comune che ha l'ultima parola sull'inquadramento tecnico degli interventi sul proprio territorio, prima di fargli preparare un'autocertificazione (che ha valenze civili e penali sul dichiarante), io al proprietario qualche accertamento all'Ufficio Tecnico del Comune glielo farei fare.
Non vado oltre, perchè ormai questi argomenti li abbiamo toccati decine di volte sul forum e, sovente, sono emersi punti di vista diametralmente opposti su vari aspetti, in particolare sulle interpretazioni dell'inquadramento dei lavori.
Mi limito, quindi, a ribadire la mia posizione, che deriva dal confronto coi colleghi e dal nostro metodo di lavoro.