Antonio Abiuso

Membro Attivo
Proprietario Casa
Alquanto criptico (è un eufemismo) il quesito che hai posto.
Tuttavia vediamo di capire cominciando dalla tua premessa che per logica deduttiva
sarebbe questa: un figlio - convivente con un solo genitore proprietario d'immobili,
dopo la morte di costui informa i propri tre fratelli d'averne fatto pubblicare un
testamento olografo che nomina lui erede universale. Fin qui c'è un filo logico al quale
si può già rispondere in linea di principio che:
1) 'senza' un testamento valido l'intero patrimonio lasciato dal genitore andrebbe in questo caso ripartito in parti eguali tra i 4 figli (1/4 a testa);
2) 'con' un testamento valido e inteso a beneficiare particolarmente uno dei quattro
figli (quello cioè nominatovi, come hai scritto, l'"unico erede") a costui è 'destinata' la quota di 1/3 di tale patrimonio, mentre i 2/3 sono 'riservati' ai 4 fratelli (1/6 a testa);
3 ) se il testamento appare 'non valido' - cioè ad esempio 'apocrifo' (= non scritto dal
testatore) - va impugnato ai fini dell'accertamento tecnico sull'autenticità o meno;
4 ) l'impugnativa va promossa davanti al giudice nel quadro dell'azione di divisione ereditaria, sempre possibile salvo bonari accordi di tutti i coeredi al riguardo.
Sin qui tutto lineare. La cosa s'ingarbuglia quando, come affermi, il genitore avrebbe destinato nel testamento al figlio ex convivente l'immobile più prezioso; il che fa a pugni
con la sua nomina ad "unico erede".
Comunque in una situazione del genere i consigli da dare ai tre fratelli, passibili di prendersi altrimenti una solenne bidonata, sembrano questi:
a ) di notificare all'altro un formale invito a presentare il rendiconto della sua gestione
del patrimonio ereditario visto che già da alcuni anni ne ha il possesso esclusivo;
b ) lasciar perdere l'agenzia da lui 'suggerita' e ben poco affidabile solo a considerare
che la proposta partoritane sarebbe quella di rinunciare sic et simpliciter all'eredità;
c ) mettere invece tutta la questione nelle mani di un buon avvocato che come tale
sarebbe in grado di tutelare al meglio gli interessi degli eredi suoi assistiti.
In bocca al lupo...
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Certo che forse siamo fuori tempo massimo sono trascorsi molti, forse troppi anni.
L'agenzia dal canto suo ci consiglia di fare la rinuncia delle nostre quote di leggittima.
E' strano che l'agenzia consigli di rinunciare a meno che non si raggiunga un accordo, magari dovuto al fatto che si deve stipulare un atto regolare.
Avendo il defunto indicato nel testamento la suddivisone dei beni, nella presentazione della successione viene , di fatto , presentata anche la divisione dei beni in quanto il bene A sarà assegnato al figlio 1, il bene B al figlio 2 ecc. nelle volturazioni catastali susseguenti 1 vedrà intestato il bene A ecc. ritengo anche che le spese relative alla successione siano calcolabili in sub ordine al valore ricevuto.
Anche quest'affermazione è illogica visto che la successione indica tutti i beni che erano del de cuius e solamente in presenza di un testamento si possono assegnare a ciascun erede gli immobili indicati nel testamento. Altrimenti dopo la dichiarazione di successione si deve procedere alla divisione, procedendo prima alla predisposizione degli immobili da assegnare a ciascun erede e poi alla stipula dell'atto di divisione.
 

domenico10

Membro Ordinario
Professionista
vedo un sacco di espertisti lambiccarsi il cervello per sciorinare le risposte piu fantasiose. ma se l'utente ha detto chiaramente che sul testamento è stato inequivocabilmente chiamato alla eredita uno solo dei diversi eredi legittimi, che vi spremete il cervello a dare consigli inutili e fuori tema. ribadisco che un siffatto testamento, in presenza di altri eredi legittimi, va semplicemente impugnato davanti ad un giudice , in quanto si ravvisa una sicura lesione di legittima. sarà poi il giudice con sentenza definitiva, favorevole agli eredi esclusi, a ordinare la successione necessaria-punto. un testamento siffatto non è nullo, ma è impugnabile su iniziativa di parte, cioè delle parti escluse. rilassatevi, e sopratutto non complicate le cose, se non conoscete la materia.
 

domenico10

Membro Ordinario
Professionista
sbaglio, o il signore parlava di testamento con nominato unico erede, con gli altri coeredi tenuti fuori?
se cosi è, spiegami tu, quale sia la procedura coretta.
 

Antonio Abiuso

Membro Attivo
Proprietario Casa
Una procedura corretta (con due erre, mi raccomando) l'ho suggerita a 'Palombo' nella precedente risposta; essenzialmente al punto 4, sub.: a)-b)-c). Immagino che il tuo voto non arrivi al cinque. Me ne farò una ragione senza perderci il sonno.
P.S. Nei dizionari più noti il termine "espertista" non risulta; che tu sia anche un esperto innovatore di lessico italiano?
 

domenico10

Membro Ordinario
Professionista
egr sig abiuso si vede lontano un miglio che l'ironia non è il tuo forte.
pazienza. non possiamo essere tutti uguali ( per fortuna).
quanto al termine "coretta" che distrattamente ho scritto, mi pareva che l'avessi capito che è la fretta di scrivere ad aver causato il refuso. ma pazienza ancora. qui manchiamo anche di buon senso.
la prossima volta prendiamo il vocabolario delle giovani marmotte, cosi scriviamo il dettatino per bene, piano piano se no perdiamo il "filo".
 

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