Daniele 78

Membro Storico
Professionista
il mio comune non accetta la scia, ma solo dia, come è fattibile (possibile)?
Assolutamente si, cambia poco alla fine, con la DIA aspetti 30 giorni con la SCIA puoi iniziare subito ma per un qualunque problema ti possono bloccar in ogni momento.
Alla fine forse era meglio la DIA aspetti i tuoi 30 giorni dalla presentazione dei documenti e poi parti (ovviamente devi rispettare ciò che hai scritto perchè ti prendi tu come professionista la responsabilità).

Il nostro Comune addirittura permetterebbe come regolamento edilizio il buttare giù una tramezza senza permessi ma c'è un bel però grande come una casa:
Il nostro regolamento edilizio è del 2007 e non ha recepito il famoso D.L 78/10 che impone la corrispondenza catastale con lo stato di fatto.
quindi tu fai come ti pare (senza permesso) salvo poi (volessi mai vendere o chiedere un mutuo sul tuo immobile) aggiornare con una bella sanatoria il tuo immobile rifare il catasto.
Morale della favola, la sanatoria per mettere a posto tutto ti costerebbe 500 erotti € + tutte le altre spese (professionista per pratica comunale e catasto) che comunque avresti dovuto fare.
Bella roba.

Per farla in breve e per evitare di tagliarsi le P...e da soli pensateci bene prima di aprire o chiudere un varco in una seconda casa, se poi l'intenzione è quella di ripristinare la situazione originaria.
il gioco non ne vale tanto la candela.
 
Ultima modifica:

griz

Membro Storico
Professionista
Oddio se la casa è vecchia e fai i lavori e come detto anche da te modifici il catasto, la rendita cambia eccome. Diverso se vai a toccare il catasto di un'immobile nuovo o già ristrutturato nella seconda parte degli anni 2000 (con almeno un Docfa 3.0) quasi sicuramente la rendita non cambia, o lo fa in minima maniera.
Purtroppo queste cose vengono fuori SOLO sul campo, il legislatore non può saperle (proprio perchè non fa il nostro mestiere).
le ragioni per una variazione della rendita catastale possono essere anche legate ad un ammodernamento degli impianti ma nessuno mai l'ha fatta per questa ragione, se tu hai una rendita aggiornata e coerente (anche se mi rendo conto che è una parola grossa) e apri un'apertura in una parete, non modifichi le caratteristiche salienti dell'immobile quindi non c'è ragione di aggiornare la rendita, potresti anche aggiornare la scheda e mantenere la stessa rendita ma dal punto di vista normativo è inutile. Poi vi è l'eventuale necessità di dichiarare la conformità della scheda in caso di vendita dell'immobile e questa è un'altra cosa
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
le ragioni per una variazione della rendita catastale possono essere anche legate ad un ammodernamento degli impianti ma nessuno mai l'ha fatta per questa ragione, se tu hai una rendita aggiornata e coerente (anche se mi rendo conto che è una parola grossa) e apri un'apertura in una parete, non modifichi le caratteristiche salienti dell'immobile quindi non c'è ragione di aggiornare la rendita, potresti anche aggiornare la scheda e mantenere la stessa rendita ma dal punto di vista normativo è inutile. Poi vi è l'eventuale necessità di dichiarare la conformità della scheda in caso di vendita dell'immobile e questa è un'altra cosa
Certo, però tieni conto che quando tocchi un vecchio immobile (penso ad A/3, A/4) o giù di li devi tener conto che dal 98 queste classi sono state eliminate per i nuovi accatastamenti in quanto ormai desuete e riconducibili a tipologie "scomparse" on in via di estinzione.
Nel mio palazzo anni 40 (dove lavoro) avendo dovuto fare delle modifiche interne ho visto cosa diceva l'elenco subalterni...quasi tutti A/4 e siamo in una zona centrale...e molti sono ristrutturati da non più di 20 anni.
Sai quante soluzioni simili ci sono solo nella mia città?? Una marea... .
Purtroppo come ben sai anche tu negli anni si è fatto di tutto e di più nelle ristrutturazioni (anche di queste) lasciando però il catasto inalterato (ormai non più ne corrispondente spesso ne come destinazioni ed uso ne più corrispondente alle qualità intrinseche proprie di quella determinata classe catastale).
Ecco perchè in Italia c'è un problema non indifferente sulle disparità del classamento degli immobili.
E questo D.L 78/10 attualmente è quella che permette di mettere mano là dove ci sono queste disparità e di riequilibrare il discorso rendite.
Di fatto possiamo dire che la riforma del Catasto (se l'edilizia girasse a dovere) non servirebbe a nulla o quasi, in quanto l'obbligo di variare il catasto esiste già,
le procedure in atto già oggi con il Docfa 4.00.02 sono più che valide per redistribuire la rendita.
Bisogna solo decidere quale direzione prendere, ma c'è già tutto ORA.
 

griz

Membro Storico
Professionista
Daniele, scusa ma il problema vero delle valutazioni catastali è il metodo obsoleto che si adotta per stimare i valori che così com'è non ha più alcun senso
L'altro problema degli adeguamenti mai effettuati si sta risolvendo piano piano con l'obbligo di allegare l'aggiornamento catastale alle chiusure delle pratiche edilizie, sarebbe interessante però far sapere agli uffici tecnici comunali che già un adeguamento tecnologico dovrebbe produrre un adeguamento della stima catastale, certo è che nell'ottica di una riforma globale delel rendite catastali i comuni si dovranno attivare e verificare tutte quelle situazioni che tu evidenzi e credo che qui cascherà l'asino nel senso che i comuni non sono attrezzati e forse non ci sarà nemmeno la volontà politica, rimane il fatto che comunque è un problema da risolvere
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Daniele, scusa ma il problema vero delle valutazioni catastali è il metodo obsoleto
Sarà anche un pò datato, ma avere una rendita parametrizzata allo stato dell'edificio (stato di manutenzione, tempo in cui è stata realizzata, eventuali miglioramenti nell'edificio) sarebbe un problema ENORME in quanto ogni anno la rendita catastale dovrebbe variare in meno (l'edificio è più vecchio di un anno e in minor stato di manutenzione).
Oggettivamente per come è messo sia il Catasto (parlo di forza lavoro e capacità) ma anche per la situazione attuale della banca dati catastale ereditata nel tempo...con un parco di 60.000.000 di edifici trovo quasi improponibile (nel senso di NON fattibile) creare per ognuno dei 60.000.000 delle variabili che vanno a mutare la rendita ogni anno.
Se già abbiamo GIÁ questi problemi senza le variabili, figuriamoci dove andremmo a finire con queste... . Diventerebbe un bel papocchio.
Partendo però da quello che abbiamo tra le mani in questo momento, potremmo tranquillamente (se l'edilizia girasse) sistemare anche questo problema (almeno per quanto riguarda la proporzione tra le rendite e l'immobile) che oggi per i motivi sopraelencati MANCA, o comunque è ancora in una lenta fase di aggiornamento (legata alla lentezza del mercato immobiliare).
 

griz

Membro Storico
Professionista
Ragionando:
Il valore catastale non deve essere quallo di mercato ma deve essere un valore inferiore con una certa attendibilità, non è necessario che si adegui ogni anno, anche il valore di mercato non si allinea con questa frequenza. Non ho idea di come intenda procedere chi sta studiando la cosa, magari basterebbe un adeguamento quinquennale (magari anche decennale) automatico per quegli immobili che sono rimasti allo stato censito, questo sicuramente fiiancato ad un adeguamento automatico per tutti allineando i valori alle rilevazioni medie dei valori delle transazioni, cioè un valore bese attendibile ed una parametrazione derivante del reale movimento del mercato.
Solo ragionando
 

pbellazzi

Membro Attivo
Proprietario Casa
Vi ringrazio , mi avete dato un sacco di spunti e chiarimenti .

Nel suo ovvio interesse l’inquilino mi aveva messo le cose facili , ma così non è , anche se mi sembra assurdo per l’apertura di un semplice varco che di fatto non cambia nulla .

Sono d’accordo con Daniele che il gioco non vale la candela .
Seconda casa/ rendita catastale non aggiornata / nessuna certezza che la rendita non aumenti
Anche se mi hanno suggerito di non presentare l’aggiornamento catastale e poi ripristinare la situazione originaria rimane il fatto che la normativa prevede che la variazione vada fatta entro 30 gg dalla comunicazione di fine lavori .

Certo che finché sono previste sanzioni se la pratica di aggiornamento catastale viene presentata in ritardo però entro i 5 anni dal lavoro, mentre la sanzione decade se si fa una sanatoria a partire dal 6° anno ( così mi ha detto al telefono un tecnico del catasto di Savona ...) continueremo a favorire abusi edilizi e condoni successivi .
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Il valore catastale non deve essere quallo di mercato ma deve essere un valore inferiore con una certa attendibilità,
Già adesso così è con il Docfa 4.00.02, il problema è che la grande maggior parte degli immobili quando vai a beccare la piantina ha ancora l'intestazione N.C.E.U (Nuovo catasto edilizio urbano) e tutte questa planimetrie sono quelle fatte con la vecchia im postazione.
Contando la banca dati catastale è stata completamente rivista a cavallo del 99/2000 e contando che in quel periodo eè nato il Docfa 3.0 antesignano del 4 di oggi.
La versione attuale è molto molto simile (quasi identica alla versione 3 entrata in funzione nei primi anni 2.000 sostituita pochi anni fa dall'ultima versione. qui sotto una piccola Guida del 3.0 e di cosa ha portato come cambiamento.
Ovviamente tutti gli immobili ristrutturati ed anche aggiornati prima di tale data sicuramente avranno qualche problemino con la rendita appena si tocca un tramezzo.
ovviamente con l'ultima versione è molto molto probabile (ammesso che sia stato fatto con tutti i crismi al tempo) che non cambi la rendita con la demolizione anche del piccolo vano porta (questo per provato di persona).


Se pensi che il nuovo (da una stima delle Entrate) necessiterà di almeno 5 anni per entrare in funzione :
http://www.edilportale.com/news/201...mese-il-primo-decreto-attuativo_39870_24.html e modificare poi 60.000.000 di edifici ci vorranno dei decenni (con un edilizia però che corre) capisci bene che sarà lunghissimo il percorso.
Oggi con lo schema attuale abbiamo già a disposizione una soluzione discreta (forse peggiore forse no di quella che deve ancora avvenire) però già da quasi un decennio si usa e già molto edifici sono stati "migliorati" catastalmente parlando, per completarla comunque (con il ritmo attuale dell'edilizia) ci vorranno anni e anni ancora.
Immagina cosa può voler dire avere l'optimus (forse) tra 5 anni ed il tempo per cambiare il criterio di 60.000.000 di edifici con l'andazzo attuale. 50 anni non ti bastano.
Se pensiamo che ora le compravendite sono intorno alle 200.000 annuali ed in tempi pre-crisi superavano le 500.000/600.000 abbiamo un ordine di grandezza del tempo che ci vuole per sistemare anche il catasto.


Anche se mi hanno suggerito di non presentare l’aggiornamento catastale e poi ripristinare la situazione originaria rimane il fatto che la normativa prevede che la variazione vada fatta entro 30 gg dalla comunicazione di fine lavori .
Può anche funzionare ammesso che il vicino del tuo alloggio non faccia un esposto o una denuncia per rumori...magari fila tutto liscio e va bene così, magari proprio perchè infastidito dal rumore viene a controllare.
Un tempo, non dico che sia tuo il caso, si iniziava con un buco o poi (zitti zitti) si rifacevano le tramezze interne.
Oggi questo tipo di soluzione, contando anche il grado di litigiosità attuale, lo vedo estremamente pericoloso e foriero di sanzioni...(non sai mai come il vicino tollera i rumori delle demolizioni).

Posso dire che
 

Allegati

  • Guida_operativa_di_Docfa_3.pdf
    680,6 KB · Visite: 48

Gratis per sempre!

  • > Crea Discussioni e poni quesiti
  • > Trova Consigli e Suggerimenti
  • > Elimina la Pubblicità!
  • > Informarti sulle ultime Novità

Le Ultime Discussioni

Alto