Esprimo le mie valutazioni.
La soluzione a) mi pare poco probabile: se il venditore non ha intenzione di incentivare economicamente l'inquilino affinché rilasci l'immobile, non lo si può obbligare. Pare evidente che il venditore non voglia "uscire un centesimo extra" come hai scritto tu!
Se fossi l'acquirente non sceglierei la soluzione b). Che sia valida oppure no la clausola penale a carico del venditore, se poi quest'ultimo non ti risarcisce dovrai fargli causa. Ed è poco probabile che costui costituisca fin da subito un deposito di 50 euro x "X" giorni di presunto ritardo nel rilascio.
Quindi farei un nuovo preliminare (i termini compromesso e preliminare sono sinonimi: "compromesso" è un modo di dire colloquiale e non tecnico).
Un preliminare preparato dal tuo notaio e regolarmente registrato. In cui si stabilisce la data del rogito entro e non oltre il…(ipotizzi la data 30 marzo 2019) per l'immobile libero da persone e cose.
Penso sia possibile anche inserire nel preliminare la clausola penale relativa ai giorni di ritardo nel rilascio da parte dell'inquilino, sempre che tu sia disponibile ad aspettare ancora altri mesi (fino ad aprile, maggio, giugno…?!?) per acquistare quella casa!
Alla firma del preliminare tu e il venditore dovrete pagare la provvigione all'Agenzia. Questo è un costo certo che dovrai sostenere, anche se non si arriverà al rogito per inadempienza del venditore. Nel qual caso lui ti dovrà restituire il doppio della caparra confirmatoria.
Non vedo soluzioni per il problema del mutuo: il rischio di condizioni meno favorevoli di quelle attuali rimane a tuo carico. Mi pare che volessi proporre al venditore una riduzione del prezzo per compensare questo eventuale maggior onere finanziario. Non so se gliene hai parlato, ma è quasi certo che non voglia accettarla.
Perfettamente d'accordo con la tua analisi.
Di certo non si può obbligare il venditore a incentivare economicamente l'inquilino, ma più che altro gli si faceva notare che lo scenario in cui lui "non perde un centesimo" non esiste.
Può decidere di non incentivare l'inquilino, ma dovrà risarcire l'agenzia e me e in quel caso non mi fermerò di certo al doppio della caparra ma andrò beno oltre inquanto sono in ballo da metà luglio (6 mesi!!!) e per tutto questo tempo essendo in trattativa non ho valutato altri immobili e quindi perso le condizioni favorevoli per i mutui, in pratica mi ha arrecato un danno anche se non dovessi più acquistare il suo immobile.
Detto ciò, capisco che la strada del compromesso è l'unica via praticabile se si vuole avere un risarcimento in caso si vada oltre i termini stabiliti, ma ciò mi espone a dei rischi notevoli:
1 - il proprietario sarà sotto penale per ogni giorno di mancata consegna, ma questi soldi non sono a deposito, quindi potrebbe non darmeli e dovrei fargli causa
2 - dovrei pagare l'agenzia , e se alla fine andasse tutto a monte? avrei perso oltre 5000 euro oltre ad aver perso tempo
Con questo scenario mi viene quasi da pensare che sia meglio acquistare l'immobile occupato ad un prezzo più basso (qualora il proprietario accetti), per almeno 3 motivi:
1 - prezzo piu basso dell'immobile
2 - condizioni migliori del mutuo (farei l'atto entro l'anno)
3 - incasso dell'affitto per tutti i mesi in cui l'inquilina resta in casa
Lo svantaggio che sarei bloccato "ALMENO" sino a maggio, e che se non dovesse uscire potrebbero volerci altri mesi se non anni, ma avrei certezza di non perdere denaro ma "solo" tempo.
Ad ogni modo penso che in ogni caso avrei qualcosa da perdere...