Ciao.
Mio fratello vorrebbe che comprassi il suo 50% dell'immobile che possediamo in Francia in comproprietà indivisa. Attualmente io vivo in una metà, mentre dall'altra lui percepisce un affitto. Anzi, lo percepisce da una parte dell'altra, perché non siamo riusciti ad affittare tutti gli appartamenti. La casa vale senz'altro più di quanto l'abbiamo pagata, ma lui si accontenterebbe di avere indietro i soldi dell'acquisto, rivalutati (poca roba) e che le spese notarili fossero a carico mio. Il punto è che non ho i soldi a disposizione. Gli ho proposto di pagare a rate e così ci vorranno circa dieci anni. Lui sulle prime ha rifiutato, ora ci sta ripensando, ma vorrebbe degli interessi (come si calcolano?) o, in alternativa, continuare a riscuotere gli affitti per un po' di tempo.
Vi chiedo: questo tipo di accordo è in qualche modo standardizzato, così che ci si possa attenere a dei criteri canonici, evitando malumori?
A me vengono in mente alcune possibilità. 1) Se si decide che gli pago gli interessi, allora penso che la cosa giusta sarebbe un atto con il quale divento immediatamente proprietaria di tutto e dispongo della casa a mio piacimento, accollandomi tutti gli oneri e godendo di tutti i guadagni. 2) Allo stesso modo potrei diventare subito proprietaria di tutto, ma versare a mio fratello, oltre alle rate, anche gli affitti fino a un termine stabilito così da corrispondere agli interessi. Ma, se l'accordo si basa sul continuare a percepire gli affitti, si potrebbe anche decidere 3) che lui mantiene la proprietà fino a quando non avrò terminato di pagare e nel frattempo ci dividiamo gli affitti percepiti (ma anche gli oneri) in funzione della percentuale di proprietà maturata fino a quel momento: per il primo anno tutto a lui, il secondo a lui il 90% e a me il 10%, il terzo 80 e 20 e così via. 4) Oppure lui continua a prendersi tutto per i primi 5 anni e poi prendo tutto io.
Sto facendo ragionamenti insensati?
Altro problema: come ho detto la casa vale più di quanto è stata pagata. Mio fratello vorrebbe anche inserire una clausola per cui, in caso di vendita da parte mia prima di vent'anni da quando mi avrà venduto la sua parte, lui, scontata i soldi che gli avrò gia dato, abbia la metà del guadagno. È una richiesta che non avrebbe senso in una compravendita normale, ma ne ha in relazione a quelli che erano stati gli accordi verbali con cui lo avevo convinto a partecipare all'acquisto (guadagni per lui che non ci sono stati) e che non è stato possibile rispettare.
La situazione è contorta, ma confido nella vostra esperienza
Mio fratello vorrebbe che comprassi il suo 50% dell'immobile che possediamo in Francia in comproprietà indivisa. Attualmente io vivo in una metà, mentre dall'altra lui percepisce un affitto. Anzi, lo percepisce da una parte dell'altra, perché non siamo riusciti ad affittare tutti gli appartamenti. La casa vale senz'altro più di quanto l'abbiamo pagata, ma lui si accontenterebbe di avere indietro i soldi dell'acquisto, rivalutati (poca roba) e che le spese notarili fossero a carico mio. Il punto è che non ho i soldi a disposizione. Gli ho proposto di pagare a rate e così ci vorranno circa dieci anni. Lui sulle prime ha rifiutato, ora ci sta ripensando, ma vorrebbe degli interessi (come si calcolano?) o, in alternativa, continuare a riscuotere gli affitti per un po' di tempo.
Vi chiedo: questo tipo di accordo è in qualche modo standardizzato, così che ci si possa attenere a dei criteri canonici, evitando malumori?
A me vengono in mente alcune possibilità. 1) Se si decide che gli pago gli interessi, allora penso che la cosa giusta sarebbe un atto con il quale divento immediatamente proprietaria di tutto e dispongo della casa a mio piacimento, accollandomi tutti gli oneri e godendo di tutti i guadagni. 2) Allo stesso modo potrei diventare subito proprietaria di tutto, ma versare a mio fratello, oltre alle rate, anche gli affitti fino a un termine stabilito così da corrispondere agli interessi. Ma, se l'accordo si basa sul continuare a percepire gli affitti, si potrebbe anche decidere 3) che lui mantiene la proprietà fino a quando non avrò terminato di pagare e nel frattempo ci dividiamo gli affitti percepiti (ma anche gli oneri) in funzione della percentuale di proprietà maturata fino a quel momento: per il primo anno tutto a lui, il secondo a lui il 90% e a me il 10%, il terzo 80 e 20 e così via. 4) Oppure lui continua a prendersi tutto per i primi 5 anni e poi prendo tutto io.
Sto facendo ragionamenti insensati?
Altro problema: come ho detto la casa vale più di quanto è stata pagata. Mio fratello vorrebbe anche inserire una clausola per cui, in caso di vendita da parte mia prima di vent'anni da quando mi avrà venduto la sua parte, lui, scontata i soldi che gli avrò gia dato, abbia la metà del guadagno. È una richiesta che non avrebbe senso in una compravendita normale, ma ne ha in relazione a quelli che erano stati gli accordi verbali con cui lo avevo convinto a partecipare all'acquisto (guadagni per lui che non ci sono stati) e che non è stato possibile rispettare.
La situazione è contorta, ma confido nella vostra esperienza