effemme8

Membro Attivo
Proprietario Casa
Vedo (rileggendomi) che ho sicuramente lasciato a metà la risposta (scritta..mentre passeggiavo)

secondo me : ogni coniuge godrà della riduzione 1° casa... sulla "propria" rendita...perchè ambedue vivono nella Unità Abitativa formata dai 2 subalterni contigui
 

effemme8

Membro Attivo
Proprietario Casa
non ci crederete : ho avuto tutte le informazioni tranne quelle che mi interessano) ....quindi giro alla domanda a chi ha già concluso la pratica...o "ha pratica nel farlo"

> i due subalterni non verranno toccati (alla fine di "accatastamento di un'unica unità immobiliare promiscua" come rendita e "proprietà" : ma verranno RINUMERATI ? ( si o no )

> la nuova "UNITA IMMOBILIARE" avrà un nuovo codice sub .... e nella descrizione sarà "visibile" che è composto dal sub. X e su.Y ?

cavolo,

suppongo che dalla visura catastale queste info saranno EVIDENTI....o mi debbo portare ogni volta un faldone del peso di quasi 1 kg... per dimostrare che è una unità immobiliare formata da 2 ingressi ...e da due subalterni che appartengono a 2 proprietari distinti, (e che non potra CHE ESSERE VENDUTA tutta insieme ?)
 

effemme8

Membro Attivo
Proprietario Casa
Finalmente sono stato delucidato (forse il tecnico mi ha letto ?)

allora : l'accatastamento di un'unica unità immobiliare promiscua si effettua quando NON SI E' proprietari per % di tutto ( per singola mattonella) ....ma quando, ad esempio una intera stanza è mia, un'altra è di mio fratello...un'altro è di un terzo.....e così via

ma, dopo che "diventa" unica-U.Immobiliare (ad esempio) ....ci può essere una sola cucina, ma ci possono essere 2 entrate distinte

Ognuno è proprietario della sua parte... (perchè ogni frazione è un subalterno specifico....con i suoi dati catastali)

Infine, siccome si parte da 2 appartamenti (simili....quindi stessa categoria.... ma con dimensioni che possono essere diverse e quindi con rendite diverse) ognuno sarà PROPRIETARIO della sua parte di 1° casa (al 100%) ..... e ci sarà un solo nucleo familiare che abita tutto nello stesso APPARTAMENTO (dato dai 2 subalterni, che avranno un numero nuovo ciascuno) dato dalla UNIONE di questi due subalterni in UNICA UNITA' ABITATIVA.

quindi :
> per la residenza....nessun problema (perchè non servono dati catastali)
> per la denuncia di nucleo familiare : idem
> per la spazzatura (forse dipende dal comune) ma credo si pagherà un po' di più perchè è come se ci fossero 2 nuclei familiari in 2 appartamenti ...in quanto, almeno a Roma, nn basta l'indirizzo ma per i mq denunciati, bisogna anche dettagliare i dati tecnici catastali
> per l'IMU....almeno ci sarà una forte riduzione (perchè uno dei subalterni non sarà più 2° casa) .... in attesa che venga ANNULLATO l'IMU prima casa

costo totale ( e tutto fatto in meno di 1 mese) ..... circa 2000€ tutto compreso ..... se lo avessi fatto ad inizio di anno, avrei risparmiato almeno 750€ di IMU...
 

Tarvisium

Nuovo Iscritto
è la mia stessa situazione, mi aspettavo che dalla pratica ne scaturisse una sola rendita, invece resta tutto distinto.
E il mio dubbio è proprio sull'IMU, devo fare due f24 distinti?
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Ciao Salves, discussione interessante per me: sai che ho un caso pratico simile. Avrei però dei dubbi circa le risposte globalmente date. Mi permetto, anche se non sono geometra, di fare alcuni rilievi.

Le note da te citate sono del 1988 e in quella data il catasto, come da origine, aveva il solo scopo fiscale, non aveva valenza probatoria sulla conformità urbanistica e non era probante in prima battuta in merito ai diritti immobiliari.

La fusione che hai ben descritto, era sicuramente praticata, sia che fosse relativa a due sub della medesima particella, sia che riguardasse due particelle contigue.

I testi di pratica catastale che ho consultato in proposuito, fanno appunto l'esempio di accatastamentio di immobili costruiti su due particelle di proprietà diverse, ed indicano nel modo da te descritto le modalità di accatastamento della u.i. che si viene a trovare a cavallo delle due particelle.

Una 50-ina di anni fa si accatastava rossolanamente il tutto come unico sub appartenente per quote specifiche ai vari proprietari. Successivamente è stato proposto appunto l'accatastamento graffato, con unica rendita, doppia (o tripla) denominazione e subrendita solo ai fini della ripartizione.

Oggi mi dicono che prevale l'orientamento di mantenere una unica denominazione (persdendo il concetto di graffatura), per rendere compatibile il dato catastale con le varie procedure informatiche dove la doppia denominazione rappresenta un serio problema.

Premesso questo, che in sostanza non differisce da quanto tu hai suggerito, non mi trovo molto in accordo sugli scopi di detto "accorpamento catastale": esso serve sicuramente a descrivere la situazione di fatto, ma non son certo che valga ad ottenere l'agevolazione prima casa sul complesso "unificato". E' vero che le possibilità di accertamento sono complesse, ma valga la regola IMU dove si pretende di contare per una la cantina accatastata insieme all'abitazione, escludendo ulteriori pertinenze C2; qui mi pare di poter dire che ad essere pignoli, ai fini tributari la Agenzia delle Entrate potrebbe sempre contestare due porzioni di u.i. distinte, dove ciascuno resta titolare di una sola parte.
Riconosco che non è facile per gli enti locali contestare qualcosa (l'indirizzo della residenza è il nr civico, non il sub abitato, ma in via teorica, un accorpamento come quello ipotizzato potrebbe essere considerato una pratica elusiva?
 

salves

Membro Assiduo
Professionista
Riconosco che non è facile per gli enti locali contestare qualcosa (l'indirizzo della residenza è il nr civico, non il sub abitato, ma in via teorica, un accorpamento come quello ipotizzato potrebbe essere considerato una pratica elusiva?

perche lo dovrebbe essere? l'appartamento unificato avra le caratteristihe di un unico appartamento cioè una cucina, un soggiorno un certo numero di stanze, un bagno, un ripostiglio ecc. ecc., solo che le due porzioni continueranno ad avere una propria identità catastale.

Lo è se invece i due appartamenti in realtà sono rimasti tali e cioe due cucine, ec.ecc.

Oggi mi dicono che prevale l'orientamento di mantenere una unica denominazione (persdendo il concetto di graffatura)

Questo avviene quando si procede ad una variazione di una unità graffata ma a condizione che sia nei piani inferiori che nei piani superiori la proprietà sia uguale, procedendo in questo caso alla fusione particellare, cioè viene intimato dall'agenzia del territorio di procedere a tipo mappale.

Ciao salves
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
l'appartamento unificato avra le caratteristihe di un unico appartamento

Mi scuso se discuto di cose che conosco molto meno di te, da orecchiante. Ma il tema mi interessa abbastanza, quindi vorrei capire bene la questione.

Mi pareva di aver capito questo:
1) per il catasto una u.i. che insiste su due proprietà distinte, ma unita di fatto, è pur sempre una unica u.i.
2) subito dopo però precisa che rimangono distinte le rispettive proprietà
3) una semplice unione catastale di due proprietà contigue, lascerebbe immutate le due cucine, i due bagni ecc.
4) per il fisco A dovrà dichiarare la suo porzione a
5) per il fisco B dovrà dichiarare la suo porzione b

Se il ns voleva fare la "fusione" dei due immobili per motivi fiscali, a rigor di consequenzialità logica (leggo solo le premesse ..) potrebbe non ottenere il risultato sperato.

Credo sia interessante il passo tratto da un testo di pratica catastale (Cremonini)

2.4.2. Denunce di nuove costruzioni di fabbricati edificatì
su terreni di diversa proprietà ..............
Una recentissima lettera-circolare della Direzione Centrale,
la n. 15232 del 211212002, trattando espressamente un caso analogo, ma inquadrato come denuncia di variazione (vedi 2.5.5)
suggerisce una procedura di accatastamento, del tutto innovativa,
che può essere :utilizzata anche in questo caso.
La novità consiste nel poter denunciare, nel rispetto della
proprietà, le singole porzioni di unità immobiliari come "unità
a sé stanti" con categoria, classe, consistenza e reddito dipendenti
dalla originaria unità immobiliare. In altre parole, se l'intera
unità immobiliare fosse da accatastare in categoria A/3 di
4° classe con una consistenza di 7 vani, le sue porzioni derivate,
benché non autonome, manterrebbero la stessa categoria e classe mentre il reddito catastale andrebbe commisurato alla consistenza
delle due porzioni con l'avvertenza che, pur piccola che
sia una porzione,la sua consistenza non può essere valutata meno
di un vano intero. La somma delle consistenze e quella dei redditi
delle porzioni derivate dovrebbero essere, compatibilmente con
gli arrotondamenti, pari a quella dell'unità da cui derivano.
La circostanza deve essere attestata nella relazione tecnica
incorporata nel programma DOCFA con una scritta del tipo:
PORZIONE DI U.I. UNITA DI FATTO CON QUELLA DI FOGLIO
XXX PART. YTY SUB. ZZZ - RENDITA ATTRIBUITA ALLA PORZIONE
DI U.I.U. AI FINI FISCALI.
Nelle planimetrie di ciascuna porzione deve essere rappresentata
l'intera unità immobiliare con l'avvertenza di utilizzare
il tratto continuo per la parte della ditta denunciante e quello
tratteggiato per la parte rimanente di altra proprietà. Un tratteggio
a "punto e linea" dovrà delimitare, nella planimetria stessa,
il confine di proprietà.
 

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