Salve a tutti. Un mio conoscente il cui padre è deceduto nel 2017, per gravi problemi economici purtroppo non ha mai presentato la dichiarazione di successione e ha ricevuto (come prevedibile) una raccomandata di accertamento per omessa successione da parte dell'Agenzia dell'Entrate. Quest'ultima gli chiede comunicare il valore venale in comune commercio dell'immobile. L'immobile in questione, unico bene del defunto, è la casa dove il mio conoscente vive (categoria A/2) e ha una rendita catastale di 547 euro.
Dal momento che "non possono essere rettificati i valori degli immobili che risultano iscritti in catasto con attribuzione di rendita e dichiarati con un valore non inferiore al prodotto risultante dalla moltiplicazione della rendita per gli attuali coefficienti riportati in tabella (art. 34 TUS e art. 2 TUIC)" (ad eccezione dei terreni edificabili), il valore può essere calcolato prendendo come base la rendita catastale e moltiplicandola per 126 (e non 115,5 perché ormai gli è preclusa la possibilità di richiedere l'agevolazione prima casa), oppure deve obbligatoriamente intendersi il valore di mercato che risulterebbe nettamente più alto con imposta ipotecaria e catastale salatissime? Grazie.
Dal momento che "non possono essere rettificati i valori degli immobili che risultano iscritti in catasto con attribuzione di rendita e dichiarati con un valore non inferiore al prodotto risultante dalla moltiplicazione della rendita per gli attuali coefficienti riportati in tabella (art. 34 TUS e art. 2 TUIC)" (ad eccezione dei terreni edificabili), il valore può essere calcolato prendendo come base la rendita catastale e moltiplicandola per 126 (e non 115,5 perché ormai gli è preclusa la possibilità di richiedere l'agevolazione prima casa), oppure deve obbligatoriamente intendersi il valore di mercato che risulterebbe nettamente più alto con imposta ipotecaria e catastale salatissime? Grazie.