Lo penso anch'io, ma riconosco essere un problema di dimensionamento e di ruoli. Capisco che la autorizzazione a rilasciare pareri specifici sia limitata ad uffici ed enti preposti: quindi direzioni provinciali a seguito di interpelli.Questa è una vergogna poi se non ha voglia peggio ancora
Poi ovviamente è opportuno un minimo di flessibilità e disponibilità
Trovo molto peggio invece la attuale politica di indirizzo, che reinvia ad enti esterni (CAF ed istituti analoghi) la gestione di pratiche elementari: domande di pensione vecchiaia, di reversibilità, di invalidità. E' un modo esplicito di finanziamento di questi enti intermedi, e di demansionamento degli istituti preposti. Che "forse" ottimizzi i costi della PA può essere , ma non lo darei per scontato. Soprattutto va a discapito della utenza. Un privato commerciante, sarebbe costretto a ragionare in modo opposto, se vuole sopravvivere.