Nel 2008 con permesso di costruire del comune (pratica al genio civile, ecc.....) ho realizzato, sul terrazzo a livello di mia proprietà all’ultimo piano di un condominio, una tettoia aperta in legno su 3 lati, di circa 70 mq, addossata alla parete perimetrale.
Ho comunicato il termine dei lavori al comune, come previsto dall'iter procedurale, ma ho omesso di effettuare la variazione al catasto anche perché il tecnico che mi ha assistito ha sempre sostenuto che la tettoia non aumentava la volumetria dell’appartamento e la rendita catastale come peraltro dichiarato nel permesso di costruire.
Dovendo vendere l’appartamento il notaio mi ha richiesto di dichiarare la conformità dell’appartamento alla piantina depositata al catasto (anni 60) nella quale ovviamente non vi è riferimento alla tettoia.
Ho provato a sostenere che l’accatastamento era superfluo e riguardava esclusivamente la tettoia di tipo aperto e che la stessa non aumentava la volumetria e la rendita catastale, proponendo di indicare nel rogito la conformità dell'appartamento alla piantina, esclusione fatta per la tettoia aperta, per la quale non ho comunque trovato nessun esatto disposto normativo che imponesse l’accatastamento.
Di fronte alle perplessità del notaio, che ha paventato la possibilità che l’atto possa essere ritenuto nullo, ho pertanto incaricato un tecnico di predisporre la pratica di variazione al catasto. Oltre al suo onorario mi ha anticipato che l’agenzia del territorio, da maggio 2011, sanziona la omessa dichiarazione delle variazioni con nuovi importi che vanno da 1032,00 a 8264,00 €.
E’ possibile che lo zelo notarile, unitamente al paradosso che sono state rispettate tutte le disposizioni previste per la realizzazione della tettoia aperta, eccezion fatta per un adempimento non chiaramente obbligatorio, portino a tutte queste spese? ...... era forse meglio costruire senza permessi un nuovo piano e aspettare il condono? Grazie a tutti
Ho comunicato il termine dei lavori al comune, come previsto dall'iter procedurale, ma ho omesso di effettuare la variazione al catasto anche perché il tecnico che mi ha assistito ha sempre sostenuto che la tettoia non aumentava la volumetria dell’appartamento e la rendita catastale come peraltro dichiarato nel permesso di costruire.
Dovendo vendere l’appartamento il notaio mi ha richiesto di dichiarare la conformità dell’appartamento alla piantina depositata al catasto (anni 60) nella quale ovviamente non vi è riferimento alla tettoia.
Ho provato a sostenere che l’accatastamento era superfluo e riguardava esclusivamente la tettoia di tipo aperto e che la stessa non aumentava la volumetria e la rendita catastale, proponendo di indicare nel rogito la conformità dell'appartamento alla piantina, esclusione fatta per la tettoia aperta, per la quale non ho comunque trovato nessun esatto disposto normativo che imponesse l’accatastamento.
Di fronte alle perplessità del notaio, che ha paventato la possibilità che l’atto possa essere ritenuto nullo, ho pertanto incaricato un tecnico di predisporre la pratica di variazione al catasto. Oltre al suo onorario mi ha anticipato che l’agenzia del territorio, da maggio 2011, sanziona la omessa dichiarazione delle variazioni con nuovi importi che vanno da 1032,00 a 8264,00 €.
E’ possibile che lo zelo notarile, unitamente al paradosso che sono state rispettate tutte le disposizioni previste per la realizzazione della tettoia aperta, eccezion fatta per un adempimento non chiaramente obbligatorio, portino a tutte queste spese? ...... era forse meglio costruire senza permessi un nuovo piano e aspettare il condono? Grazie a tutti