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Buonasera, chiedo un chiarimento sulla ripartizione delle spese tra proprietario ed inquilino in merito ad un locale condominiale posto all'interno di un "villaggio" condominiale, che l'inquilino potrebbe anche non utilizzare mai...
Le spese di luce, acqua, gas, spurgo fogne, taglio erba, amministratore ecc. sono tutte a carico dell'inquilino oppure c'è una compartecipazione del proprietario?
Ringrazio fin d'ora chi può darmi un contributo...
 
Sono interamente a carico del conduttore, salvo patto contrario, le spese relative al servizio di pulizia, al funzionamento e all'ordinaria manutenzione dell'ascensore, alla fornitura dell'acqua, dell'energia elettrica, del riscaldamento e del condizionamento dell'aria, allo spurgo dei pozzi neri e delle latrine, nonché alla fornitura di altri servizi comuni.
Le spese per il servizio di portineria sono a carico del conduttore nella misura del 90 per cento, salvo che le parti abbiano convenuto una misura inferiore.
In sostanza, se nulla sia previsto nel contratto, gli oneri condominiali sono a carico del conduttore se hanno per oggetto servizi effettivamente fruiti o comunque fruibili.
Salvo patto contrario, le spese di assicurazione del condominio e il compenso dell'amministratore devono essere sopportate dal locatore.
Quanto sopra vale per i contratti cosiddetti "liberi".
Per i contratti a canone concordato, vale la tabella allegato D allegata al decreto interministeriale 16 gennaio 2017.
 
Salvo patto contrario, le spese di assicurazione del condominio e il compenso dell'amministratore devono essere sopportate dal locatore.
Così è la consuetudine. Mi chiedo però da cosa derivi.
Convengo che la assicurazione assicura il locatore: ma l’amministrazione è un servizio , spesso obbligatorio, per la gestione del condominio nel suo funzionamento.
Comunque io specifico sul contratto che le spese di amministrazione sono a carico del conduttore.
Curioso che la legge faccia cenno alla portineria e non alla amministrazione: c’è stato un periodo in cui a quest’ultima, per “analogia” era assimilato il criterio della portineria. Non so se sia ancora “di moda”
 
Così è la consuetudine. Mi chiedo però da cosa derivi.
Convengo che la assicurazione assicura il locatore: ma l’amministrazione è un servizio , spesso obbligatorio, per la gestione del condominio nel suo funzionamento.
Comunque io specifico sul contratto che le spese di amministrazione sono a carico del conduttore.
Curioso che la legge faccia cenno alla portineria e non alla amministrazione: c’è stato un periodo in cui a quest’ultima, per “analogia” era assimilato il criterio della portineria. Non so se sia ancora “di moda”
La questione delle spese di portineria risale alla Legge 392/78, c.d. "legge sull'equo canone". Fu all'epoca una legge fortemente voluta e promossa dalle forze politiche di sinistra per contrastare il caro dei fitti e proteggere ad oltranza quelle che erano considerate le parti deboli, cioè i conduttori. Certamente in quegli anni moltissimi stabili, anche di edilizia popolare, avevano il portiere fisso che veniva stipendiato dal condominio e risiedeva nello stabile in un appartamento, spesso molto essenziale, messo a disposizione dal condominio stesso. Essendo un lavoratore dipendente, il suo stipendio era gravato dai contributi e quindi il costo per il condominio era significativo. Per tale motivo venne citato e regolamentato espressamente dalla legge.
Oggi gli stabili che dispongono del portiere fisso sono pochissimi, perlopiù composti da appartamenti di prestigio che sono abitati dai proprietari.
Sempre all'epoca della 392/78 non erano così impattanti altre spese condominiali che non vennero citate e regolamentate. Le manutenzioni degli impianti, le spese amministrative e di gestione del personale, ecc. erano di scarsa rilevanza poiché si gestiva un po' tutto in maniera "fai da te" e gli amministratori erano spesso persone improvvisate e poco organizzate. Inoltre le normative in merito erano poco stringenti rispetto ad oggi.
Con il passare del tempo le cose sono cambiate e quella Legge 392/78, anche se in parte abrogata dalle successive norme emanate, presenta ancora degli aspetti anacronistici e parecchie lacune che andrebbero colmate con un nuovo testo legislativo che rivedesse anche la Legge 431/98 tenendo conto delle nuove esigenze di locatori e conduttori. Andrebbero studiate nuove forme contrattuali più consone all'odierna necessità di mobilità, apportate le opportune semplificazioni alla parte burocratica che ad oggi è parecchio onerosa e complessa per i comuni cittadini, regolamentate più in dettaglio le attribuzioni degli oneri accessori ed infine snellite le procedure di rilascio degli immobili a fronte di morosità od inadempienze contrattuali.
 
Fu all'epoca una legge fortemente voluta e promossa dalle forze politiche di sinistra per contrastare il caro dei fitti
Credo di essere più vecchio di te, per cui conosco la storia.....
Sarà anche stata voluta da elementi di sinistra ma in 50 anni si sono succeduti governi di tutte le tendenze, e la 392/78 è sempre li. E per onor di cronaca mi par di ricordare essere stata la prima legge che, nonostante i vari paletti immessi, ha sbloccato il blocco dei fitti che durava dal secondo dopoguerra.
Andrebbero studiate nuove forme contrattuali più consone all'odierna necessità di mobilità,
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apportate le opportune semplificazioni alla parte burocratica che ad oggi è parecchio onerosa e complessa per i comuni cittadini, regolamentate più in dettaglio le attribuzioni degli oneri accessori
Qui leggo una sorta di contraddizione in termini: è dura semplificare ed in parallelo regolamentare il dettaglio delle attribuzioni: personalmente non ne sento nemmeno la necessità . Basterebbe far rispettare gli accordi contrattuali sottoscritti.
snellite le procedure di rilascio degli immobili a fronte di morosità od inadempienze contrattuali.
Qui fin che lo stato non si fa carico delle emergenze abitative, continueranno a gravare sui locatori, di solito piccoli. Ogni tanto mi chiedo se ci sia stato un seguito rispetto al piano INA_Casa, anche ricordato come Case Fanfani....
Temo sia stato l'ultimo caso di edilizia popolare promossa dai governi.
 

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